da una strana storia sull’aquirente alle carte in presenza di una duchessa, in una questione della buona pulizia del 1911.

Il suo abito era piuttosto meno imponente di quello di chiunque altro. Non intendo che non fosse un credito per la sua hostess, ma sembrava di fare meno sforzarsi per effetto del nostro. Era di un raso morbido e aggrappato, nei toni del grigio più pallido. Tranne che la cima era cremosa con pizzo, sembrava non essere stato affatto “composto”. Ma per un colletto di cani di splendidi topazi gialli incastonati in argento, non indossava gemme. Si sussurrava che la duchessa era patriottica nel suo guardaroba, e che questa abito proveniva da Liberty a Londra; Dopo che il mio Smart Neighbor ha concluso: “Bene, se è libertà, dammi la morte”. Ma mi è piaciuto – l’abito, intendo. Era disposto ad essere dimenticato. Forse è stata l’impressione più forte che lei mi ha fatto su di me, quello ha dimenticato il suo abito e il suo titolo nel fascino della signora stessa.

Lo stesso problema ha questa illustrazione in essa, che trovo molto, molto umoristico:

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